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Chiesa matrice dedicata a Maria SS. Annunziata, sita in Piazza del Popolo, frutto della trasformazione di un più antico luogo di culto, di cui non resta più traccia. Non si conosce la data di fondazione dell'edificio, ipotizzata tra l'XI e il XII, per rispondere alle esigenze dell'accresciuta comunità concentratasi attorno al castello. Nel 1346 l'Arcivescovo Bartolomeo Carafa barone di Modugno commissionò il restauro dell'edificio, in concomitanza con il consolidamento della cinta muraria. Tuttavia, già un secolo e mezzo dopo, i documenti attestano la sua decadenza, per cui si giunse, nel 1600 ad un nuovo radicale restauro, affidato a Bartolomeo Amendola. Le fasi ricostruttive della chiesa si conoscono attraverso alcuni documenti che scandiscono le varie tappe: nel 1604 hanno inizio i lavori; nel 1614 l'elevazione del campanile fino al loggiato; nel 1615 la costruzione dell'organo; nel 1622 è documentata la caduta del fulmine sul presbiterio; nel 1626 si data la consacrazione della chiesa. La vecchia chiesa non venne abbattuta, ma se ne conservò la struttura trasformandola nel presbiterio ed ampliando la navata; per questo motivo l'asse del presbiterio è leggermente obliquo rispetto all'asse della navata.
L'edificio realizzato con conci squadrati, ha pianta basilicale, a tre navate, divise da grandi colonne in pietra con capitelli di stile vario. L'interno misura m. 45 di lunghezza, dei quali 17 m. circa occupati dal presbiterio, e m. 14 di larghezza. Le colonne sono sormontate da quattro grandi archi ogivali che sorreggono una cupola ottagonale emisferica, con quattro grandi finestre ai lati. Al centro del presbiterio si erge l'altare maggiore di stile barocco, costruito nel 1666; è di pregiato marmo giallo antico di Siena e di marmo verde egiziano. Una balaustra di marmo intarsiato separa il presbiterio dalla navata, la quale ha pareti lisce, ripartite da lesene che a metà altezza sono interrotte da un largo cornicione continuo. Sotto il cornicione le lesene si ornano di capitelli di pietra. Sul lato sinistro dell'edificio, accanto all'altare, una cappella dedicata al SS. Sacramento. Su ciascun fianco della navata si aprono delle arcate formanti ampie edicole, in cui con gli altari sono collocati quadri o nicchie di Santi. Queste edicole al tempo della costruzione della chiesa furono fatte a spese di nobili famiglie, i cui stemmi sono sovrapposti all'arco di ciascuna di esse. Davanti ai gradini degli altari queste famiglie avevano il proprio sepolcreto. Il soffitto è costituito da un assito di legno, sorretto da una capriata sottostante la tettoia, dipinto alla fine del Seicento.
La facciata esterna non presenta particolarità compositiva, ma si rifà al noto schema tardo-rinascimentale della ripartizione in più ordini nel senso dell'altezza e alla scansione con lesene nel senso della larghezza. Quindi due ordini delimitati da cornicioni e quattro lesene su alti basamenti costituiscono il tracciato geometrico della facciata. Nell'ordine inferiore merita particolare menzione il portale che costituisce l'episodio d'arte più significativa del complesso. Il vano rettangolare dell'ingresso porta lungo i lati una fascia con modanature. Accostati alle lesene centrali, due alti basamenti portano colonne con capitelli corinzi e quindi un doppio architrave riccamente decorato, di cui il secondo di notevole aggetto in modo da consentire la collocazione delle due pregevoli sculture a tutto tondo rappresentanti la vergine Maria e l'Arcangelo Gabriele annunziante l'incarnazione del Verbo. Nel secondo ordine sono praticate tre aperture, di cui due arcuate negli scomparti laterali aventi il lato di base poggiato sulla trabeazione del primo ordine, e una rettangolare nello scompartimento centrale. L'alto timpano triangolare con un occhio ovale baricentrico conclude la composizione.
Data ultimo aggiornamento: 24/09/2018