Otranto  73028  (LE) , Otranto    Via-Piazza Piazza Castello

Castello di Otranto

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Il castello definisce il cuore del nuovo sistema difensivo della città di Otranto, realizzato dopo la liberazione dai Turchi del 1481. Nella sua prima edificazione si presentava a forma di quadrilatero con ai vertici quattro torri circolari, con quella rivolta verso il mare in posizione più sporgente. La configurazione che oggi osserviamo è frutto di costanti modificazioni che interessarono la fortezza per tutto il '500 al fine di adattarla al perfezionamento delle armi da fuoco. E' delimitato su tutti i lati da un profondo fossato che viene superato all'ingresso con un ponte, probabilmente in origine di tipo levatoio. Molti al suo interno gli ambienti particolarmente suggestivi. Nella sua configurazione iniziale, di fine '400, si presentava a forma di quadrilatero (trapezio rettangolo), con ai vertici quattro Rondelle (torri circolari), con quella rivolta verso il mare in posizione più sporgente, come spesso rappresentato nei trattati da Francesco di Giorgio Martini. La configurazione che oggi osserviamo è frutto di costanti modificazioni, che interessarono la fortezza per tutto il '500, imposte dalla continua evoluzione e perfezionamento delle armi da fuoco. Dopo il ponte, un corridoio stretto immette direttamente nell'atrio del piano terra. Attraversandolo si nota l'ispessimento della facciata realizzato agli inizi del '500. Tutti gli ambienti del piano, sviluppati a ridosso delle cortine esterne, a pianta rettangolare o quadrata, si affacciano sul cortile interno e sono coperti da sistemi a volta. All'esterno del quadrilatero originario si sviluppano due ambienti, certamente tra i più rappresentativi dell'intera struttura: le sale triangolare e rettangolare. La sala triangolare fu generata dagli ampliamenti di metà '500, quando fu aggiunto all'esterno il bastione tra le due Rondelle. Particolarmente suggestiva è la copertura a volta di questa sala definita dall'intersezione di tre unghie di padiglione in pietra carparo che seguono la particolare forma in pianta del locale. La Cappella al piano terra si presenta parzialmente affrescata e contiene al suo interno varie cornici ed epigrafi, tra le quali quelle della tomba di Donna Teresa De Azevedo, morta il 23 febbraio del 1707, alla quale il marito, Don Francesco de la Serna e Molina, castellano dell'epoca, dedicò una tenerissima epigrafe in cui la indica quale "esempio di pudicizia, dea di bellezza, modello di onestà, prole di eroi spagnoli". Al di sotto del piano terra si sviluppa un intrigo di cunicoli, gallerie e piccoli ambienti, che definisce il sistema dei "sotterranei". Si tratta di ambienti di grande valore storico, molto suggestivi, rimasti immodificati sin dalla loro costruzione, risalente al primo impianto di fine '400. Solo alcuni percorsi hanno subito, con il perfezionamento delle armi da fuoco, nel '500, piccole trasformazioni e ampliamenti. I sotterranei, oggi visitabili, sono il luogo in cui diventa più facile leggere le differenti fasi che hanno caratterizzato la costruzione del Castello: il primo impianto di fine '400, le fodere e i rinforzi delle cortine e di alcune rondelle di inizio '500, l'aggiunta del bastione triangolare di metà '500 e, infine, la realizzazione del puntone verso mare di fine '500. Attraverso una scala in pietra coperta e una scala esterna, sempre in pietra, si può raggiungere il ballatoio del primo piano, che garantisce l'ingresso ad una serie di ambienti che ricalcano in grandi linee posizione e impostazione del piano terra. Da questo livello si accede, però, all'interno delle tre rondelle ancora oggi presenti agli spigoli. Nel cuore delle rondelle, protette da una spessa cortina esterna, sono presenti ambienti a pianta circolare, coperti da cupole emisferiche in pietra carparo, in cui erano collocate bombarde e cannoni orientati verso bocche di fuoco comunicanti con l'esterno. Sulle coperture vi sono i percorsi di ronda, protetti da muri molto spessi con feritoie per la disposizione di cannoniere. Sia sulle cortine esterne che all'interno dell'atrio sono presenti alcuni stemmi araldici di sovrani e nobili, protagonisti della storia del Castello. Particolarmente interessante quello posto sul portone d'ingresso con lo stemma scolpito dell'Imperatore Carlo V. La fortezza è la location del primo romanzo gotico della storia: Il castello di Otranto, di Horace Walpole (1764). Il Castello è situato all’ingresso del centro storico di Otranto, vi si accede da Piazza Castello. L’edificio, contenitore culturale più importante della città, ospita mostre temporanee e la mostra permanente “Luoghi della preistoria”, con valorizzazione della Grotta dei Cervi di Porto Badisco, caratterizzata dal più importante patrimonio pittorico del neolitico europeo. Con l’esposizione “I luoghi della preistoria: Porto Badisco e la Grotta dei Cervi” si presentano per la prima volta al pubblico salentino le importanti testimonianze paleontologiche e preistoriche scoperte lungo la fascia costiera del territorio di Otranto. Tra le prime sono i giacimenti con specie animali oggi in gran parte estinte, come le brecce ossifere di Porto Badisco e la “ventarola” di Otranto (con faune a grandi pachidermi: elefanti, ippopotami rinoceronti ecc.), mentre tra le seconde sono i giacimenti in grotta con presenze archeologiche dal paleolitico all’età del bronzo: Grotta Marisa agli Alimini e soprattutto Grotta dei Cervi di Porto Badisco. Il percorso espositivo si articola al secondo piano del Castello di Otranto lungo una serie di sei sale, al cui interno il pubblico potrà provare l’emozione di un virtual tour nella Grotta dei Cervi (chiusa al pubblico, come è noto, per motivi legati alla conservazione delle pitture preistoriche e per le difficoltà dei percorsi interni) e di trovare in esposizione, a 45 anni dalla scoperta delle grotte, circa 250 “reperti” archeologici selezionati dagli scavi del 1970-1971 della Soprintendenza Archeologica. I materiali archeologici sono disposti in vetrine collocate su un suggestivo pavimento che riproduce l’insenatura di Badisco. Una sala è dedicata alla recente scoperta dell’abitato fortificato dell’età del bronzo di Portorusso di Badisco del 1600-1400 a. C. circa. Il progetto di allestimento, che costituisce il primo nucleo del Museo Civico di Otranto, è stato curato dal Comune di Otranto e dalla Soprintendenza Archeologica in collaborazione con l’Università del Salento, ed ha perseguito come obiettivo nel progetto espositivo il giusto equilibrio tra tecnologia e tradizione, in cui l’esposizione dei materiali archeologici incontra la multimedialità, che potrà consentire al pubblico di conoscere attraverso una nuova visione i luoghi della preistoria del nostro Salento.

Data ultimo aggiornamento: 14/02/2023

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