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Il parco archeologico è stato istituito nel 1998, aperto al pubblico dopo i lavori di valorizzazione nel 2001, ma l’area archeologica sottoposta a vincolo risale al 1932, per riconoscimento del Dipartimento della Pubblica Istruzione, settore Antichità, per merito dell’ispettore onorario dott. Michele Greco, cittadino manduriano. L’area archeologica diviene di proprietà comunale nel 1939, grazie ad un esproprio che ha interessato 16 ettari di proprietà privata, grazie ai quali si è potuto dar vita alla campagna di scavi tra il 1955 e il 1960 che ha portato alla luce circa 1300 tombe scavate nella roccia, fossati e la scoperta di una terza cinta muraria. Il parco archeologico si trova nella zona periferica a nord-est della città di Manduria, nel Quartiere Sant’Antonio, ben riconoscibile per la presenza delle straordinarie cinte murarie messapiche ben visibili per oltre un chilometro e che caratterizzano la storia del territorio. L’antica città messapica di Manduria fu cinta da fossati e possenti mura megalitiche tra il V e il III secolo a.C.; i resti articolati in triplice cerchia, sono ancora visibili insieme a quelli di una grande necropoli, con tombe a fossa spesso di vaste dimensioni, coperte da lastroni in pietra, i cui reperti si possono ammirare presso la mostra “Oltre le Mura” che documenta lo scavo delle tombe portate alla luce da Nevio Degrassi. Invano Manduria fu assediata da Taranto, con l’aiuto del re di Sparta Archidamo che, nel 338 a.C. vi perse la vita sotto le mura. Non senza avergli imposto una strenua resistenza, fu presa da Annibale nel 212 a.C., poi conquistata dal console Quinto Fabio Massimo nel 209 a.C. che fece ricco bottino e 3000 prigionieri. Un tesoro presente all’interno del Parco Archeologico è il Fonte Pliniano, simbolo della città di Manduria. Il Fonte Pliniano, prende il nome da Plinio il Vecchio che, avendolo visitato direttamente, oppure avendone ricevute notizie da altri, lo descrive nella sua celebre opera Naturalis Historia. La sorgente d’acqua è nascosta all’interno di una grotta larga circa 18 metri di diametro, cui si può accedere tramite una scalinata. A rendere il luogo più incantevole contribuisce un grande lucernario che si apre sulla sommità della volta. In corrispondenza del lucernario, esternamente, vi è la rappresentazione dello stemma civico della città, ossia l’albero di mandorlo all’interno di un pozzo. Sempre all’interno dell’area archeologica è di particolare rilevanza la chiesetta bizantina di San Pietro Mandurino, situata al limite nord-occidentale del Parco. La chiesetta è composta da un vano superiore databile presumibilmente al XIII sec., cui corrisponde una cripta ipogea del VIII secolo. La struttura sotterranea, accessibile da una scala interna, sembra riutilizzare una preesistente tomba a camera di epoca ellenistico-romana. La cappella sotterranea presenta una serie di affreschi raffiguranti santi eremiti venerati dai monaci Basiliani, mentre nell’abside del vano superiore si può ammirare un affresco che rappresenta San Pietro Apostolo.
Data ultimo aggiornamento: 18/05/2021