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La Puglia preromana-romana

Partendo dalla Capitanata, che ospita insediamenti romani, ci muoviamo verso sud, nel Parco archeologico e Antiquarium di San Leucio a Canosa di Puglia che ci fornisce testimonianze del culto di Minerva. Nell’Antiquarium e zona archeologica di Canne della Battaglia è possibile rivivere, attraverso le ricostruzioni storiche, la vittoria dei cartaginesi di Annibale nel celebre scontro con i romani nel 216 a.C. Il Museo Nazionale Jatta e il Parco Archeologico di Monte Sannace a Gioia del Colle raccolgono altri importanti reperti di quest’epoca. Il viaggio continua con il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, ricco di capolavori romani e preromani e procedendo oltre arriviamo al Museo Nazionale “Giuseppe Andreassi” e Parco archeologico di Egnazia di Fasano, dove sono visibili tracce dell’antico popolo dei Messapi. Facendo tappa al Museo Provinciale Sigismondo Castromediano, più antico museo pugliese, terminiamo il percorso con il Museo archeologico di Ugento in cui ammiriamo la ricostruzione della celebre tomba dell’atleta.

Parco archeologico di Siponto

Prima di arrivare a Manfredonia, una tappa obbligata nell’itinerario alla scoperta delle meraviglie storico-artistiche della Puglia è il parco archeologico di Siponto. Devi sapere che questa cittadina romana, chiamata in antico Sipontum e circondata da possenti mura, è l’antenata dell’odierna Manfredonia. Fu infatti tra il 1223 e il 1255 che, a seguito di due terremoti e dell’impaludamento del porto, venne abbandonata e i suoi abitanti si trasferirono in una nuova città fondata da Manfredi, figlio di Federico II. Siponto fu anche un’importante diocesi, cioè sede di vescovo. Lo testimoniano i resti di un’antica chiesa visibili accanto all’odierna basilica di Santa Maria Maggiore, costruita tra il XII e il XIII secolo utilizzando anche materiali architettonici della città romana. Nel 2016 un artista contemporaneo, Edoardo Tresoldi, ha utilizzato della semplice rete metallica per ricostruire la basilica al di sopra dei muri ancora in piedi. Si tratta di un’opera straordinaria che ci aiuta ad immaginare come dove presentarsi un tempo l’edificio religioso.

Museo Civico Nicastro di Bovino

Il Museo civico Carlo Gaetano Nicastro si trova all’interno di Palazzo Pisani, nel centro storico di Bovino. Prende il nome da colui che, nel 1925, ne fu il fondatore: Carlo Gaetano Nicastro, grande appassionato di archeologia. Di sala in sala potrai conoscere la nascita e lo sviluppo dell’antica Bovino e scoprire quelli che sono i principali reperti per ogni epoca documentata: la preistoria, l’età indigena, l’età romana e il medioevo. Tra gli oggetti più curiosi ti segnalo le stele, che si trovano nella prima sala del museo. Sono delle lastre in pietra che rappresentano figure femminili e maschili assai stilizzate e che si datano al III-II millennio a.C. E poi il famoso coppo di Bovino: si tratta di un laterizio di copertura del tetto che, intorno al III secolo a.C., venne probabilmente utilizzato da uno dei soldati cartaginesi, che in quel periodo si trovavano in Apulia, come supporto per scrivere. Si leggono lettere dell’alfabeto punico e di quello messapico, la lingua all’epoca parlata nella nostra regione.

Sito archeologico di Herdonia

Probabilmente non sai che, a pochi chilometri da Foggia, sono visibili i resti archeologici di un’antica città che in età romana rappresentò il fulcro di tutto il Tavoliere, soprattutto per quel che riguarda il commercio del grano. Si tratta del parco archeologico di Herdonia, oggi perlopiù sepolto da una fitta vegetazione dopo l’interruzione vent’anni fa degli scavi, ma in grado di offrire ad uno sguardo attento la meraviglia dei suoi scorci monumentali. Fu in epoca romana che la città di Herdonia, cinta da mura e nata nell’area già occupata in precedenza da un vasto abitato di età daunia, conobbe la fase di massimo splendore; di qui passava la via Traiana che garantiva l’arrivo e la partenza di uomini e merci. Gli edifici civili più importanti, come la basilica, si affacciavano sulla piazza del foro, assieme alle botteghe, ai magazzini e al macellum, il mercato dove si vendevano carne, pesce e altri alimenti. Come molti altri centri romani, anche Herdonia aveva luoghi di culto, case e le terme, dove i cittadini si recavano per rilassarsi, fare attività fisica e chiacchierare in totale relax. La città continuò a vivere, con vicende alterne, sino ad età medievale: a questo periodo si riferiscono i resti rinvenuti nell’area del così detto Castello.

Parco archeologico di Canne della Battaglia

Lo sai che in Apulia è stata combattuta una delle battaglie principali della seconda guerra punica? È successo a Canne della Battaglia dove, nel 216 a.C., i Romani furono sconfitti dai Cartaginesi guidati da Annibale. Il sito archeologico di Canne della Battaglia sorge in cima ad una collina che si affaccia sull’altopiano delle Murge. Gli scavi archeologici hanno rivelato che la storia di Canne inizia in età daunia, cioè già nel VI sec. a.C., prosegue poi in età romana e nel successivo periodo medievale. Intorno al 600 d.C. fu costruita una basilica ancora oggi visibile, mentre nel IX secolo l’abitato assunse l’aspetto di un castrum, cioè di una città fortificata, circondata da mura. In seguito Canne finì sotto il dominio prima dei Bizantini e poi dei Normanni. Nel 1294, il re Carlo II d’Angiò decise di accorpare il suo territorio a quello di Barletta, segnandone di fatto la fine. Se oggi visiti Canne puoi attraversare la strada principale dell’antica città e vedere quel che resta del castello, delle mura, delle case. Se presti attenzione, in lontananza puoi riuscire a sentire l’eco delle grida della famosa battaglia! Il parco archeologico comprende anche un Antiquarium, cioè un museo, dove sono raccolti alcuni dei reperti ritrovati nel corso degli scavi. Qualche anno fa è stato completamente rinnovato ed ora comprende anche una stanza dedicata ai laboratori con i bambini, con grandi vetrate da cui si ammira il paesaggio circostante. Inoltre, grazie a disegni, postazioni multimediali e ad un video in 3D, puoi conoscere meglio anche quali furono le strategie militari che Annibale mise in campo per sconfiggere i Romani.

Palazzo Sinesi a Canosa di Puglia

Insieme ad Arpi (vicino Foggia), Canosa di Apulia è stata una delle città daunie più importanti della Apulia in età preromana e una testimonianza del suo prestigio è rappresentata dalle numerose tombe a camera presenti nel suo territorio. Si trattata di tombe ipogeiche, cioè costruite sottoterra e scavate nel tenero banco di roccia tufacea, composte da più camere, all’interno delle quali il o i defunti venivano sepolti assieme ad un ricco corredo. Per avere un’idea della varietà degli oggetti, ti consiglio di visitare il Museo Archeologico Nazionale di Canosa, che si trova all’interno di Palazzo Sinesi, un edificio storico del XIX secolo. La maggior parte dei reperti qui esposti facevano parte di corredi ritrovati all’interno di ipogei, come quello famosissimo della famiglia Varrese. Il corredo, che si data tra IV e III secolo a.C., comprende oggetti straordinari: vasi a figure rosse e altri, tipici canosini, con decorazioni plastiche in colori pastello, oggetti in alabastro e, inoltre, una corazza in bronzo.

Museo Jatta in Ruvo

C’è un museo in Apulia assai particolare, perché da quando è nato, nella prima metà dell’Ottocento, è sempre rimasto uguale. Si tratta del Museo Archeologico Nazionale Jatta che si trova a Ruvo di Apulia. Il museo prende il nome dalla famiglia che ne fu fondatrice, in particolare i fratelli Giovanni e Giulio Jatta, due collezionisti di vasi antichi. Furono poi la moglie di Giulio, Giulia Viesti, e suo figlio Giovannino ad arricchire la collezione e a dar vita al museo all’interno del loro palazzo. Nelle sale i vasi più grandi sono posizionati su colonne di legno, mentre gli oggetti più piccoli all’interno delle vetrine. Quasi tutti i reperti archeologici si datano ad epoca peucezia (al VII-VI sec. a.C. soprattutto). Il vaso più famoso è quello cosiddetto “di Talos”. Su una delle pareti del cratere è raffigurato Talos, il gigante di bronzo incaricato da Minosse di vigilare sull’isola di Creta e sfortunatamente ferito dagli Argonauti, con la complicità di Medea, nell’unico punto del suo corpo vulnerabile: vicino la caviglia.

Succorpo della Cattedrale di Bari e Basilica paleocristiana

A volte per conoscere la storia di una città basta scendere di qualche metro sotto il livello stradale. Non ci credi? A Bari, sotto l’odierna cattedrale di San Sabino vi sono i resti di ben tre edifici più antichi. Innanzitutto una chiesa bizantina distrutta nel XII secolo. Poi una basilica dedicata a Santa Maria e costruita nel V secolo. Era piuttosto grande, con tre navate e pavimenti a mosaico. Ce n’è uno che riporta addirittura il nome di colui che lo fece realizzare: un certo Timoteo, probabilmente un fedele che volle probabilmente in questo modo ringraziare Dio per una grazia ricevuta. Nel mosaico si vedono fiori, rami e pesci, tra cui il polpo. Infine, sotto la basilica paleocristiana, sono stati ritrovati i muri e i pavimenti di un edificio di età romana affiancato da una strada. È stata rinvenuta anche un’iscrizione in cui si fa riferimento ad un certo Lucio Gellio, che aveva ottenuto dal municipium di Bari un posto d’onore per gli spettacoli pubblici. Il che vuol dire che a Bari c’era un anfiteatro o un teatro.

Area archeologica di Padre Eterno a Gravina di Puglia

Gravina in Puglia si trova nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, immersa in un paesaggio naturalistico unico e ricco di storia. Devi sapere che buona parte della città sorge sulla sponda di una gravina, cioè di un canyon profondo più di 100 metri. Ed è proprio sul lato ovest della gravina, ai piedi del colle Petra Magna, che si trova l’area archeologica di Padre Eterno, così chiamata dal nome dell’omonima chiesa-cripta. Scavate nella roccia, una accanto all’altra, sono visibili tante grotte utilizzate nel VII secolo a.C. come tombe. Viste da lontano sembrano le celle di un alveare in pietra! Al loro interno i defunti venivano sepolti in posizione fetale, con le gambe piegate sull’addome, come se stessero dormendo. Tra questi vi sono i due famosi guerrieri peuceti, le cui tombe, ricche di armi e altri oggetti personali, sono state ricostruite nelle sale del Museo Archeologico della città. Altre grotte, invece, venivano adoperate come luoghi di culto, case, cisterne e fornaci per la produzione di vasi.

Parco archeologico di Monte Sannace

A pochi chilometri da Gioia del Colle, c’è uno dei parchi archeologici più importanti della Apulia: il Parco Archeologico di Monte Sannace. Si trova nel bel mezzo delle Murge orientali e conserva i resti di un’antica città peucezia: Thuriae. Gli scavi eseguiti hanno permesso di stabilire che questo territorio è stato occupato dal IX secolo a.C. all’XI sec. d.C. La fase storica meglio conosciuta archeologicamente è quella compresa tra VI e IV secolo a.C. In questo periodo le capanne vengono sostituite da case con pareti di legno e mattoni e tetti in tegole. Sull’acropoli, il punto più alto della città, gli abitanti di Thuriae innalzano un edificio con terrecotte in argilla colorate e costruiscono attorno all’abitato un’imponente cinta muraria. Sono state ritrovate anche molte tombe con ricchi corredi funerari. Ma visitare il Parco Archeologico di Monte Sannace vuol dire, oltre che compiere un viaggio indietro nel tempo, anche immergersi in uno scenario naturalistico unico.

Parco archeologico di Egnazia

Lo sai che in Puglia c’è una città romana perfettamente conservata a due passi dal mare, tra campi sterminati di ulivi? Sto parlando di Egnazia, poco lontano da Fasano. È uno dei siti archeologici più importanti della nostra regione, anche perché dopo quasi un secolo dall’inizio delle prime ricerche, gli scavi continuano per cercare di ricostruire le pagine ancora oscure della sua lunga storia. Pensa che le più antiche tracce di vita risalgono all’Età del Bronzo, cioè al XV secolo a.C. In seguito, a partire dall’VIII secolo a.C., Egnazia fu abitata dai Messapi; in questo periodo furono realizzate numerose tombe, come la famosa Tomba delle Melagrane, così chiamata dai frutti, simboli di vita ultraterrena, dipinti sulle pareti. Fu poi una delle principali città romane e continuò ad essere occupata fino al Medioevo. Sono tanti i monumenti costruiti nel periodo romano, come l’anfiteatro, la basilica, senza dimenticare che di qui passava la via Traiana per poi proseguire verso Brindisi; non meno importanti, inoltre, sono gli edifici di culto costruiti in età paleocristiana.

Sito archeologico di Muro Tenente

Tra Latiano e Mesagne, nel territorio di Brindisi, si trova il sito archeologico di Muro Tenente, così chiamato dal nome di due masserie (Masseria Muro e Masseria Tenente) che si trovano a poca distanza. Archeologi italiani e olandesi scavano qui da più di cinquant’anni e sono riusciti con le loro ricerche a ricostruire la storia secolare dell’insediamento e a dar vita, in collaborazione con le istituzioni locali, ad un grande parco archeologico che si fonde con il paesaggio attorno. Già durante l’Età del Ferro (VII secolo a.C.) qui sorgeva un villaggio di capanne circondato da mura e abitato dai Messapi, le popolazioni indigene della Puglia meridionale. In seguito, tra IV e III secolo a.C., il villaggio si estese e vennero costruite nuove mura, ancora più possenti e monumentali delle precedenti, dotandole di torri. Le case, organizzate in quartieri, erano servite da strade e pozzi; accanto venivano sepolti i defunti in fosse scavate nella terra. Il sito continuò ad essere occupato, sia pure a periodi alterni, almeno fino al Medioevo.

Museo MarTa

Non esagero se dico che questo è uno dei musei archeologici più belli non solo di Apulia, ma d’Italia, ma che dico d’Italia…del mondo! Sto parlando del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, che si trova nel Convento di S. Pasquale o dei Frati Alcantarini, e che nacque nel lontano 1887. Nel corso degli anni il museo si è arricchito di nuovi reperti, provenienti soprattutto dalla città e dal suo territorio, e ha subito lavori di risistemazione che l’hanno reso ancora più moderno ed accogliente. Il percorso di visita parte dal secondo piano, interamente dedicato alla storia più antica del territorio, dal Paleolitico sino al IV sec. a.C. Prosegue poi al primo piano con reperti che si riferiscono alla città greca e romana, fino all’Alto Medioevo. Tra tutti gli oggetti raccolti, quelli che forse più ti lasceranno a bocca aperta sono i famosi “Ori di Taranto”, gioielli realizzati dagli orafi tarantini tra IV e I secolo a.C. di una raffinatezza unica! Un solo consiglio: prenditi tutto il tempo necessario per visitare questo museo, non avere fretta. Ne uscirai diverso ed estasiato.

Museo Castromediano di Lecce

Lo sai che a Lecce si trova il più antico museo di Apulia? Si tratta del Museo Provinciale Sigismondo Castromediano, che prende il nome da colui che lo fondò nel 1868: il duca di Cavallino, un uomo con una grande passione per le arti, la letteratura e l’archeologia. La ricchezza delle collezioni di questo museo è davvero unica e consente di ripercorrere la storia del territorio salentino dalla Preistoria ai giorni nostri. Puoi così scoprire come vivevano gli uomini nelle grotte e quali strumenti adoperavano, oppure ammirare i vasi a figure nere e rosse ritrovati nei siti archeologici delle antiche città messapiche, come Rudiae, o ancora esplorare la vita quotidiana in età romana attraverso i numerosi reperti esposti. Il museo comprende anche una pinacoteca, dove si conservano quadri e altri oggetti d’arte, come vasi, bronzi, argenti. Infine, c’è un padiglione interamente dedicato a Tito Schipa, un tenore leccese vissuto tra Ottocento e Novecento e conosciuto per il suo talento in tutto il mondo.

Museo diffuso di Cavallino

Se dico museo a cosa pensi? Molto probabilmente ad un luogo in cui ci sono vetrine con all’interno degli oggetti antichi esposti per i visitatori. Non tutti i musei però sono uguali. A Cavallino, vicino Lecce, c’è un museo particolare, che è definito diffuso perché comprende un’area assai vasta. Pensa che c’è addirittura una specie di balcone, alto 10 metri, da cui ci si può affacciare sulla storia! In questo museo sono conservati i resti di tre insediamenti antichi: un villaggio di capanne dell’Età del Bronzo (XVI-XV secolo a.C.), un secondo villaggio dell’VIII secolo a.C. e infine una città di VI secolo a.C. abitata dai Messapi, il popolo preromano insediato nella Apulia meridionale, circondata da possenti mura di difesa. Puoi visitare il museo a piedi oppure in bicicletta, perché ci sono anche piste ciclabili che si snodano tra il verde e i resti archeologici. E quando sei stanco puoi sederti su una panchina e goderti il sole, assaporare la pace, immaginare il tempo e le storie che furono.

Museo archeologico di Ugento

A Ugento, all’interno dell’ex Convento dei Francescani di S. Maria della Pietà, c’è un museo archeologico ricco di testimonianze materiali che vanno dalla Preistoria al Medioevo; il luogo ideale dove riscoprire la storia della città. Si parte dal primo piano dove c’è un grande plastico che riproduce l’antica città di Ugento, con le strade, le mura, i luoghi di sepoltura. Sempre al primo piano puoi ammirare quel che resta di una tomba monumentale, con lastre ricoperte da tracce di affreschi. All’interno vi era sepolto un atleta, perché tra gli oggetti del corredo vi erano anche due strigili, quegli strumenti in metallo utilizzati per detergere la pelle da sudori e polveri. Al primo piano, oltre ad oggetti di culto provenienti da diversi santuari, trovi la statua bronzea di Zeus. In realtà è una copia, perché l’originale si trova al museo di Taranto. Raffigura Zeus che sta scagliando con una mano il fulmine, mentre con l’altra regge un’aquila. Non la trovi anche tu straordinaria?